Domani, 25 Aprile, celebreremo la Liberazione del nostro Paese dal regime fascista e dall’occupazione nazista. Una Liberazione resa possibile grazie alla Resistenza, il nostro secondo Risorgimento. La riscossa vide protagonisti i partigiani e molti militari: Reparti circondati dai nemici che rifiutarono ogni compromesso, i singoli, che non esitarono ad affrontare la morte per difendere la vita dei civili presi in ostaggio, e i tantissimi che furono internati nei campi di prigionia. Anche quella di questi ultimi fu Resistenza, perché combatterono contro le infime condizioni di vita, contro le lusinghe della propaganda fascista e contro le crudeli vessazioni messe in atto affinché cedessero e aderissero al regime di Salò. Le vittime furono tantissime, ma visse l’idea e lo spirito della Patria e si affermò nuovamente l’ideale di libertà, di indipendenza, di solidarietà, di fratellanza, di umanità e di pace. Non tutte le conquiste così duramente pagate, però, sono definitivamente al sicuro. Guardare nuovamente al quel periodo così fondamentale per la nostra storia ci serve per scrivere più dettagliatamente quella pagina, ma soprattutto per negare ogni alibi a chi, con slealtà, sfrutta ogni incertezza per proporre revisionismi o ripensamenti.
In occasione dei settantatré anni dalla Liberazione, oggi abbiamo incontrato le Associazioni combattentistiche e partigiane e le Associazioni d’Arma. Queste Associazioni sono un patrimonio nazionale di conoscenza e custodi di valori fondanti per la nostra collettività. Dobbiamo ringraziare tutti coloro hanno animato e animano queste associazioni per il lavoro che continuano a fare, da tanti decenni, lontani da ogni attesa di protagonismo, per preservare un immenso capitale morale.