In questi giorni il Consiglio Regionale è impegnato a discutere ed approvare la riforma della sanità regionale proposta dal Presidente Zaia.
Un anno fa il cavallo di battaglia di Zaia alle elezioni regionali fu l’eccellenza della sanità veneta e l’apertura serale degli ospedali per le visite specialistiche.
Ora propone di riformare il sistema accentrando a Venezia, presso la fantomatica Azienda Zero tutti i cordoni della borsa: acquisti, appalti, investimenti.
Ma allora la sanità veneta non è così eccellente come ce l’aveva propagandata in campagna elettorale?
E con l’Azienda Zero dove li mettiamo il federalismo e l’autodeterminazione dei territori?
Questa riforma sanitaria non fa a pugni con il referendum (inutile e scontato) sull’autonomia che Zaia vuole propinare ai Veneti come campione di libertà del popolo veneto?
Il popolo veneto è costituito da bellunesi, veneziani, trevigiani, vicentini, veronesi, padovani, polesani che non vogliono essere governati da un Doge e vogliono tutti partecipare da protagonisti alla crescita del Veneto e al miglioramento del suo sistema socio-sanitario e del suo welfare, tramite un ruolo forte dei Sindaci nella programmazione socio-sanitaria, che la riforma di Zaia vuole invece fortemente sminuire.
Inoltre, se l’unico centro decisionale per investimenti, opere, nuove tecnologie, appalti sarà a Venezia, le realtà più deboli delle altre, come quella polesana (che anche con un’unica Ulss esprimerà assieme a Belluno l’azienda sanitaria con meno utenti di tutto il Veneto) pagheranno sicuramente il prezzo della marginalità territoriale e della scarsezza di peso economico, politico ed elettorale.
E caro Zaia il Polesine è stanco di essere la periferia dell’impero.
Difenderemo con le unghie i nostri servizi socio-sanitari sul territorio, non tollerando nuovi tagli.
Julik Zanellato
Segretario Provinciale del PD