ROVIGO 12/11/2016 – Il parlamentare del Partito Democratico Diego Crivellari è convinto che la legge istitutiva di un nuovo ente interregionale potrà dare riconoscimento e maggior opportunità per il territorio del Delta del Po. A giorni un momento di confronto tra sindaci e il relatore sen Massimo Caleo.
Invochiamo da anni ed in maniera totalmente condivisa che il Delta del Po debba essere riconosciuto nazionalmente delle proprie specificità e delle proprie bellezze naturali, per essere luogo dove determinare uno sviluppo economico compatibili con la tutela dell’ambiente e di un territorio estremamente fragile. E proprio oggi che qualcosa inizia a muoversi seriamente in questa direzione, qualcuno inizia a cavalcare le campagne di contrarietà all’istituzione di un parco interregionale del Delta del Po.
Con queste parole il parlamentare del Partito Democratico alla Camera dei Deputati Diego Crivellari desidera rispondere alle affermazioni dei colleghi parlamentari polesani che hanno espresso contrarietà alla legge istitutiva di un parco del Delta unificato tra Veneto ed Emilia Romagna, durante il suo passaggio per l’aula di Palazzo Madama.
Chiediamo il massimo coinvolgimento dei Comuni e dei territori e per questo nei prossimi giorni costruiremo un momento di confronto tra i Sindaci coinvolti e il relatore dalla legge in senatore Massimo Caleo. Il processo che ha portato alla necessità di un maggior riconoscimento del Delta del Po – ha continuato Crivellari – e all’idea di una nuova forma di parco naturalistico comprensivo di tutta l’area di pregio ambientale a cavallo delle due regioni, ha dichiarato fin da subito la sua volontà partecipativa. Il territorio e i suoi abitanti non saranno sicuramente lasciati ai margini e tanto meno l’istituzione di un parco interregionale sarà una scure sugli abitanti o un’imbalsamazione delle attività economiche. Questo tipo dualismo “parco si, parco no” i polesani lo hanno già vissuto e contrariamente ai sostenitori del no in questi anni abbiamo capito l’assoluta necessità di preservare il nostro ambiente.
Tutte le nuove forme di governo dei processi prevedono aree più vaste e metodi partecipativi, si veda il contratto di Foce – ha concluso Crivellari – e il parco interregionale sarà una legge ed una scelta della stessa portata.