Occhiobello 9 gennaio 2017 – Nell’ideale Pantheon di ogni democratico e di ogni progressista italiano ed europeo non credo possa mancare la figura di Mario Soares, il padre della democrazia portoghese morto l’altro giorno a 92 anni, al termine di una vita pienamente vissuta da combattente per la libertà, la civiltà, la democrazia, la pace.
Più volte arrestato, deportato, esiliato durante i lunghissimi anni della dittatura portoghese, dopo la Rivoluzione dei Garofani guidò il suo Paese nella difficile ma pacifica transizione alla democrazia.
Rifondatore del Partito Socialista del Portogallo, poi primo ministro e presidente della Repubblica, vicepresidente dell’Internazionale Socialista, Europarlamentare, durante la sua lunga militanza politica e istituzionale ha segnato come nessun altro la storia del suo Paese a cavallo tra gli anni ’70 e ’90, riportandolo a pieno titolo tra le democrazie occidentali dopo decenni di buio isolamento.
Fautore del Diritto all’autodeterminazione dei popoli si adoperò per l’indipendenza delle antistoriche colonie portoghesi in Africa come pure, da amico di Arafat e di Rabin, per la pace in Medio Oriente, e per la libertà dei Paesi dell’Europa dell’Est all’epoca sotto l’oppressione comunista e sovietica.
Europeista convinto, volle con forza e coraggio portare il Portogallo dentro la CEE, dopo aver risanato il suo Paese dal fallimento economico e dalla disgregazione sociale causate dalla dittatura instaurando importanti riforme sociali -il sistema sanitario nazionale su tutte- e facendo dell’allora più arretrata Nazione occidentale un Paese più moderno e più civile.
La sua azione, la sua determinazione, il suo coraggio di socialista e di democratico sono stati un punto di riferimento per varie generazioni di riformisti in tutta Europa e ritengo doveroso rendere omaggio a un uomo che non ha mai mollato, che ha pagato il prezzo delle sue convinzioni e che si è sempre adoperato per una società migliore, esempio da onorare a maggior ragione oggi che la Politica ha perduto gran parte della fiducia e del rispetto a causa di troppi protagonisti meschini.
Emanuele Ulisse
Direzione provinciale PD