L’ “affaire” Centro Commerciale La Fattoria sui cui si sta discutendo e, in parte, polemizzando in questi giorni ha bisogno, a nostro avviso, di un ragionamento più complesso e meno settoriale.
Le affermazioni e le prese di posizione di qualche consigliere di maggioranza sul lavoro dei commercianti del centro, ai limiti dell’offesa e lontane dalla realtà, ci dicono come certa politica faccia fatica a capire il sacrificio di questa categoria di lavoratori, le preoccupazioni giornaliere e le ansie notturne per le tasse da anticipare, la commessa da pagare, l’affitto da saldare, nonostante gli scarsi incassi. E chi dice che la causa sia la mancanza di professionalità e cortesia del personale, probabilmente frequenta poco le attività del centro.
D’altra parte, non crediamo che la situazione drammatica del centro storico sia da imputarsi esclusivamente a La Fattoria.
Quello basato sui centri commerciali e sulla grande distribuzione è sicuramente un modello lontano dalla nostra idea di sviluppo sostenibile, sotto il profilo ambientale, economico e sociale ma ci rendiamo conto che questo ragionamento, nelle condizioni odierne, potrebbe risultare anacronistico o puro esercizio di stile. Occorre affrontare la realtà che vede, nei dintorni di Rovigo, un grande e florido centro commerciale che da’ e crea lavoro per centinaia di persone, molti supermercati di grandi e medie dimensioni e, dall’altra parte, un commercio di vicinato avviato ad una crisi che sembra irreversibile.
Le cause di difficoltà dei piccoli commercianti sono molteplici ma riteniamo che le principali debbano ricercarsi non tanto o non solo nella legittima attività imprenditoriale svolta dal Centro Commerciale La Fattoria quanto in una mancanza totale di politica e di visione strategica per il centro città che ha subito e subisce tutt’ora forze centripete associate ad una totale mancanza di attrattività.
Mancanza di programmazione, incapacità di vedere la città come un sistema complesso, da governare con un’ottica integrata e una strategia precisa: per affrontare il nodo della decadenza del centro storico occorre rendersi conto che la situazione del commercio non è la causa ma la conseguenza di un’incapacità politica conclamata. Qualità ambientale, politiche per il turismo e la cultura, viabilità, trasporto pubblico locale, urbanistica, sociale… tutti questi aspetti, quando e se vengono affrontati dall’attuale amministrazione, sono trattati in modo settoriale e disgiunto, creando molto spesso cortocircuiti difficilmente risolvibili.
Il famoso e tanto atteso Piano degli Interventi del Commercio, sbandierato come la cura di tutti i mali del centro storico, lascia alquanto perplessi. Ferma restando la necessità di approfondire e studiare accuratamente il documento che, per ora, si limita ad una bozza di linee guida, le notizie di stampa risultano quantomeno preoccupanti: la ricetta per il rilancio del centro storico sarebbe “meno abitazioni e più attività commerciali e uffici”. A noi risulta una contraddizione palese, buona, forse, per la City londinese, ma assolutamente incongrua per una piccola città come Rovigo che dovrebbe fare della vivibilità e della qualità della vita la propria bandiera per attrarre nuovi abitanti giovani, meno giovani e famiglie.
Non è questa la Rovigo che vorremmo e per questo faremo la nostra parte per cambiarla auspicando di trovare altri compagni di strada.
Andrea Borgato e Giorgia Businaro
Consiglieri Comunali Partito Democratico