Rovigo, 13/09/2017 – Perché pubblicizzare il Referendum del 22 ottobre con ulteriori fondi straordinari della Regione Veneto? Perché imporre il logo dello stesso in ogni sito o pratica degli uffici regionali? Perché sperperare denaro pubblico per voli pubblicitari? Ed ora non ancora sazi di assurdità fare una legge inutile sull’esposizione obbligatoria della bandiera veneta, quando questa da decenni è già presente in ogni municipio ed ufficio del nostro amatissimo Veneto con tanto di normativa su come deve posizionarsi rispetto alla bandiera nazionale e a quella europea? Perché svilire una Consultazione Popolare massima espressione di democrazia per ogni territorio, che in caso di risultato positivo obbligherà il presidente della Regione (non il Governatore) che tanto ora la pubblicizza per fini di propaganda personale e di parte, a fare quel percorso di consultazione con lo Stato per maggiore autonomia delle regioni virtuose che mai ha voluto o è stato in grado di intraprendere, usando mezzi e mezzucci, oltretutto a totale carico dei contribuenti Veneti.
Forse il braccino del tennista? REFERENDUM VENETO/2 SVILITO IL VALORE DELL’AUTONOMIA Sono cittadino europeo, sono italiano e sono veneto, non sopporto però di essere ridicolo e soprattutto non mi piace chi strumentalizzando gli umori della piazza svilisce un valore unanime ed un traguardo importante come quello della possibilità di poter ottenere una: “Maggiore Autonomia” per il nostro Veneto. Un’affascinante idea di maggior autogoverno su alcuni temi della nostra vita quotidiana è una conquista che nulla ha a che fare con i personalismi dei governi Zaia-Galan e le false promesse populiste, tipo: paroni a casa nostra, preludio della Brexit, l’Irpef solo per la Regione ecc. ecc. e soprattutto nulla ha a che fare con l’attuale immagine e forma di governo regionale che abbiamo e subiamo.
Lo scandalo Mose, l’arresto di un presidente regionale e di alcuni assessori, Veneto Banca e Popolare di Vicenza, le ombre sulla Sanità Pubblica e sulla gestione dei Rifiuti, il caos della Pedemontana ed in particolare i Project Financing che consentono di negare qualsiasi seria concorrenza e che poi puntualmente finiscono a carico dei contribuenti…nulla hanno a che fare con l’idea di un Veneto primus inter pares, libero e liberale che idealizziamo e vorremmo. Tornando alla questione bandiera obbligatoria che è stato l’ultimo oneroso ed inutile esercizio di un Governo Regionale che ambiziosamente e tronfiamente si dimostra per manchevolezze proprie sempre più insicuro del risultato referendario che invece dovrebbe essere un’ovvietà, quasi intenerisce pietosamente vedere il sindaco Bergamin scarsamente presente da settimane e non capace con la sua Giunta di risolvere nemmeno l’ordinario del proprio programma, affermare che bandiere da lustri presenti in Municipio “sono presenti” e di avere istituito l’assessorato “sull’identità véneta”, assessorato che probabilmente ha prodotto o ha fatto meno di un altrettanto folkloristico assessorato come quello alla felicità di Ceregnano. Fortunatamente la cultura della serietà, dell’eticità, della sussidiarietà e della responsabilità dopo tanti eccessi ed indigestioni di populismo sta tornando nelle coscienze ed è nostro dovere operare perché avvenga positivamente per il nostro Paese ed il nostro Veneto. Giuseppe Traniello Gradassi Partito democratico -tit_org- Lettere – Svilito il valore dell’autonomia