L’intervista al vicesegretario del Pd ed ex ministro della Giustizia di Michela Bompani – la Repubblica
«La verifica di governo in corso a Roma sta toccando temi cruciali, gli stessi su cui vorremmo stringere l’alleanza tra Pd e M5S in Liguria: dalla sanità pubblica all’ambiente». Andrea Orlando, vicesegretario nazionale del Pd, ex ministro della Giustizia, deputato, spinge l’acceleratore sulle alleanze regionali alla vigilia delle elezioni amministrative di maggio. E lo fa a partire dalla Liguria, la sua regione. Ma senza dare ultimatum ai Cinquestelle.
Orlando, nella Liguria, sua e di Beppe Grillo, Pd e M55 correranno insieme?
«Abbiamo avanzato questa proposta da tempo, ma siamo ancora alla fase interlocutoria, mi auguro che nei prossimi giorni si chiarirà se c’è o meno la volontà di promuovere un patto civico. La Liguria è davvero molto contendibile».
Quanto le voci di un governo di larghe intese potranno influenzare le vicende elettorali regionali?
«Il governo è un’esperienza che si sta consolidando, lo scenario di gravità in cui si trova ora il Paese ha fatto decisamente abbassare i toni anche nella maggioranza. E adesso, compatibilmente con l’emergenza, è in corso una verifica sui principali temi del governo che potrebbero coincidere con una piattaforma di rilancio. Potremmo sperimentarla prima in Liguria per fare di questa regione un laboratorio politico».
Cioè l’alleanza in Liguria potrebbe essere il rodaggio della maturità del governo giallorosso?
«Sì. La Liguria ha temi stretti all’agenda nazionale: dalle infrastrutture alla crisi industriale, dalle politiche per gli anziani all’ambiente e alla messa in sicurezza del territorio».
Dalla Campania alle Marche, alla Puglia: tutte regioni dove è ancora aperta la questione alleanze.
«Ogni regione sta avendo uno sviluppo autonomo, in ognuna l’ipotesi dell’alleanza con i 5S, che sempre auspichiamo, si basa su storie diverse. La Liguria è la regione in cui ci sono le condizioni più favorevoli affinché M5S e Pd corrano insieme. Siamo insieme all’opposizione, e il centrodestra del governatore Toti governa male da cinque anni e anche su questo siamo d’accordo. C’è grande convergenza su questioni fondamentali, come la sanità pubblica, la tutela del territorio. Tutto questo mi avrebbe fatto scommettere su un’evoluzione più agevole. In Liguria, come altrove, continuiamo ad insistere: non c’è alcun ostacolo insormontabile».
Si dice che Crimi in Liguria sia in difficoltà con la legittima candidata presidente eletta da Rousseau, Alice Salvatore: dovrebbe sconfessarla?
«Penso che in Liguria, come nelle altre regioni, la partita sia troppo grossa per far dipendere lo schema di gioco da, seppur legittime, ambizioni personali».
In Puglia Emiliano dice che si vincerà lo stesso, anche senza M5S. In Campania, la palla della decisione spetta invece al Pd.
«Per me, ovunque vale la stessa regola: dove non si fa l’accordo si può vincere, ma sarà più complicato. In Emilia abbiamo dimostrato che Pd e centrosinistra sono tornati competitivi. Insomma, la corsa si fa. Sono convinto però che sia meglio correre in pianura, con gli alleati, che in salita, da soli. Partire dall’alleanza in Liguria faciliterà le altre».
Il Pd aspetta in Liguria, ma mancano tre mesi alle elezioni: non sarà troppo tardi?
«Siamo in zona Cesarini, ma per principio non voglio dare ultimatum. È chiaro che ogni giorno che passa è un giorno regalato agli avversari. In Liguria a Giovanni Toti, che sta usando la postazione della presidenza della Regione come piattaforma elettorale. Chi non fa l’alleanza se ne assumerà la responsabilità».
Anche Italia Viva?
«Mi auguro che in tutte le regioni la coalizione sia più larga e inclusiva. E spero che al patto civico che vogliamo costruire partecipino tutte le forze di centrosinistra. Tutte».
In Liguria, si fa il nome del giornalista del Fatto, Ferruccio Sansa, come candidato civico, in caso di Alleanza Pd-M5S: lei sarebbe favorevole?
«La prima cosa è costruire una coalizione larga ed è possibile farlo con un candidato civico. Queste sono ore fondamentali per la coalizione. Fatta quella, un minuto dopo ci sarà il nome. Noi siamo molto disponibili a discutere sicuramente su un profilo civico».
Che campagna elettorale sarà, al tempo del coronavirus? Cosa succederà se verranno prorogate le ordinanze che vietano gli assembramenti pubblici?
«Se così dovesse essere, la campagna elettorale sarebbe il nostro ultimo problema. L’emergenza economica rischierebbe di raggiungere e superare quella sanitaria».