“Non vorremmo smorzare i toni entusiasti della maggioranza sul Piano dei trasporti, ma la realtà è diversa dalla propaganda. La cosa che più preoccupa è che siamo di fronte all’ennesimo documento pieno di buone intenzioni, senza atti concreti. Attenzione perciò a credere alle favole: le azioni operative vengono infatti rinviate a successivi Piani emanati dalla Giunta, per cui dovremo attendere ancora anni”. A sottolinearlo il capogruppo del Partito Democratico Stefano Fracasso insieme ai colleghi Bruno Pigozzo, Graziano Azzalin, Anna Maria Bigon, Claudio Sinigaglia, Andrea Zanoni e Francesca Zottis. “Leggendo le dichiarazioni di Giunta e maggioranza sembra che siano già previste nel dettaglio azioni e relativi interventi. Non è così, siamo ancora a obiettivi e strategie generiche, non bisogna creare false aspettative nei cittadini così come nelle amministrazioni locali. Quello di ieri è stato solo un primo piccolo passo che oltretutto contiene anche dei rischi non indifferenti: si delega alla Giunta, continuando a svuotare progressivamente il ruolo del Consiglio, che è l’assemblea rappresentativa di tutti i veneti. Purtroppo non è la prima volta che accade in questa legislatura, nella sostanziale indifferenza di gran parte della maggioranza”.
Per quanto riguarda i contenuti, gli esponenti dem insistono sul porto di Venezia: “Gli impegni rimangono troppo blandi, nonostante l’approvazione di un nostro ordine del giorno. Serve una vera assunzione di responsabilità della Regione, si fatica a vedere una strategia, mentre continuano le speculazioni sulla direzione dell’Autorità portuale in compagnia del sindaco della Città Metropolitana Brugnaro. È ora di smetterla con questi giochetti che rischiano di affossare il Porto di Venezia creando un danno a tutta l’economia regionale”.
Nel mirino dei consiglieri PD c’è poi la gestione del trasporto pubblico locale: “Non è stato fatto niente per contrastare l’incredibile parcellizzazione. Con sette ambiti provinciali e oltre trenta gestori è impossibile tracciare una strategia complessiva che guardi al futuro. Ognuno si limita al proprio orticello e non si riesce a fare sistema. Senza un intervento complessivo che ridisegni i bacini, avevamo proposto di ridurli a tre, una reale integrazione ferro-gomma con il biglietto unico resteranno una chimera”.