In questa settimana ci sarà il primo giorno di scuola in quasi tutta Italia. Ci eravamo lasciati con le polemiche sulla Buona Scuola e, se un po’ conosco questo mondo, credo che continueranno ancora.
Utilizzo tuttavia il primo giorno di scuola per fare il punto della situazione sulle cose che sono state fatte.
Partiamo dalla sicurezza. Abbiamo ereditato una situazione molto negativa, ma non siamo gente che si piange addosso. Trentatremila immobili sono la casa dei nostri studenti. Abbiamo bussato alla porta della Banca Europea degli Investimenti (circa un miliardo di finanziamento), abbiamo destinato all’edilizia scolastica fondi di programmazione nazionale e alla fine abbiamo stanziato 3,7 miliardi per le scuole, per realizzare un totale di seimila interventi nel prossimo triennio. Di questi, seicento sono stati realizzati in questi mesi, dalla Lombardia alla Sicilia passando per l’Emilia del post-terremoto. Migliaia di ragazzi entreranno in scuole più sicure.
Secondo: quante polemiche sulla carta igienica da portarsi da casa, ricordate? Bene, questo deriva dal fondo di finanziamento delle scuole: valeva 110 milioni di euro e di solito veniva assegnato verso novembre, per cui i presidi non sapevano bene come muoversi. Da quest’anno, invece, il fondo è già operativo, ed è stato raddoppiato. Erano 110 milioni, adesso sono 223. Oggi se una famiglia vuole dare il contributo volontario, faccia pure, ma i soldi per il funzionamento della scuola li abbiamo messi e raddoppiati. Perché noi alle scuole teniamo davvero.
Terzo: gli insegnanti. Sono grato per la straordinaria dedizione e professionalità della stragrande maggioranza dei professori. Non è questo il momento di fare polemiche su tanti slogan di questi mesi che la realtà ha dimostrato essere falsi. Il tempo è galantuomo e i prossimi mesi dimostreranno che la Buona Scuola non era il mostro paventato. È un primo passo, niente di eccezionale, ma un primo passo per dare più valore alla scuola e all’insegnamento. Il 97% dei docenti ha accettato il ruolo che gli è stato proposto. Migliaia di precari hanno adesso un lavoro stabile. Alla fine della fase di assunzioni ogni scuola avrà in media sette insegnanti in più, meno classi numerose, più attività per integrazione, approfondimenti, sostegno. Da quest’anno gli insegnanti avranno anche a disposizione un piccolo bonus di 500 euro netti per acquistare libri, biglietti per teatri e concerti, corsi di approfondimento, formazione personale permanente. Niente di stratosferico, no. Ma è un piccolo gesto di attenzione ed è la prima volta che accade.
Ovviamente c’è ancora molto da fare, a cominciare dai decreti attuativi su cui rinnoviamo l’invito alla partecipazione. Come avete visto noi siamo persone, che amano confrontarsi e discutere, ma che alla fine portano a casa l’obiettivo. Quindi, se vogliamo abbandonare lo scontro ideologico e confrontarci sul bene comune, su ciò che veramente serve alla scuola, siamo felici di farlo. Siamo pronti ad ascoltare, migliorare, confrontarci, cambiare. L’unica cosa che non possiamo accettare è fermarci allo status quo. Per noi la scuola è la priorità, la priorità del Paese. Ci sono più soldi per edilizia scolastica, per il funzionamento degli istituti, per gli insegnanti. Già questa è la più grande novità: sulla scuola si investe e non si taglia.
Fatta questa lunga premessa, lasciatemi dire che la missione della scuola è quella di educare buoni cittadini, donne e uomini curiosi e appassionati. Tutti i nostri sforzi non sono per una scartoffia burocratica o per un progetto architettonico, ma per i progetti di vita dei nostri ragazzi. È a loro che voglio fare un gigantesco in bocca al lupo. La risorsa più grande dell’Italia, ragazzi, siete voi. Non i musei, non le grandi aziende, non il risparmio privato: siete voi. In bocca al lupo. Che sia un anno di curiosità e fascino. Che sia un anno di sfide e di miglioramenti. Che sia un anno di qualità. Tutto il resto viene dopo. Buon anno scolastico a tutti”.