ROVIGO 27/10/2016 – «Senza senso di responsabilità e collaborazione tra istituzioni i problemi legati alle migrazioni non si sposteranno di un millimetro». Diego Crivellari, deputato del Partito democratico stigmatizza l’atteggiamento di quei sindaci e quegli amministratori che «tendono a infiammare le proprie comunità nel tentativo di raccogliere consenso o più meschinamente accumulare “mi piace” su Facebook». I problemi ci sono, ammette Crivellari, ma non sono né nuovi né più grandi rispetto al recente passato del nostro Paese e spesso sono generati proprio dall’incapacità di guardare al di là del proprio confine comunale o elettorale. «I fatti di Goro e Gorino dimostrano che esiste un disagio reale e che oggi diventa fin troppo facile per qualche ‘apprendista stregone’ infiammare le proteste che nascono in ambito locale. I Comuni che si rifiutano di collaborare con le Prefetture nella gestione dell’accoglienza», afferma il deputato, «finiscono per causare la concentrazione di grandi numeri di migranti in pochi luoghi. E’ chiaro che mettere di colpo 1000 migranti in comuni di 2-3 mila abitanti, come è stato fatto a Bagnoli e Cona, crea disagio e allarme. Ora, con l’arrivo della nuova legge di stabilità si stanno profilando misure di sostegno destinate proprio ai Comuni, che serviranno a compensare disagi e spese legate alla ospitalità. Non semplici boutade, ma fatti concreti».
«In ogni caso», dice ancora Crivellari, «il compito delle istituzioni è operare e collaborare, non limitarsi a protestare. Quando un sindaco cavalca la protesta certifica la propria impotenza e incapacità di governare. Nell’atteggiamento di chi si limita a cavalcare la protesta vedo mancanza di responsabilità istituzionale, egoismo politico e un potenziale danno per le comunità. A Rovigo, le crociate del sindaco Bergamin non spostano il problema dei flussi migratori di un millimetro e sono utili forse soltanto alla sua crescente esposizione sui media. Come non ricordare che il Veneto è da sempre terra di emigrazione e di accoglienza? I veneti sono tra gli italiani le persone che dedicano maggior tempo e risorse agli altri attraverso il volontariato. Ribadisco che esistono problemi nella gestione dei migranti e che siamo tutti impegnati a stimolare il governo perché migliori il sistema di accoglienza e acceleri le pratiche per il riconoscimento o meno dello status di profugo. Ma ricordo anche che, vista la sua posizione geografica, l’Italia rimane la meta di ondate migratorie consistenti. Venticinque anni fa arrivarono gli Albanesi, a migliaia, sui barconi e non sapevamo dove metterli e “cosa farne” e si era creato lo stesso allarme sociale che viviamo in questi anni per i flussi provenienti dall’Africa. Oggi quella albanese è la seconda comunità extracomunitaria più numerosa in Italia ed è composta prevalentemente di lavoratori nelle costruzioni, nell’artigianato e piccoli imprenditori».