LEGNARO 25/01/2016 – Agricoltura, Azzalin: “Dai dati dell’outlook sul 2015 emergono anche una serie di nodi strutturali del primario veneto che non possono essere affrontati solo con il Psr: anche nel bilancio serviranno segnali di attenzione ad un settore con luci e ombre”
“L’anteprima dei dati sull’annata agraria 2015 forniti da Veneto Agricoltura mostra ancora una volta le difficoltà di zootecnia e frutticoltura, oltre a registrare un’ulteriore contrazione nel numero delle aziende, che si riflette sulla tipologia dei lavoratori che vede un crollo dei piccoli imprenditori ed una crescita dei dipendenti. Un quadro che, insieme alla luci, mostra anche delle ombre e che non si può pensare di affrontare solo con gli strumenti del Psr: nel prossimo bilancio serviranno impegni precisi per far fronte ad una situazione che richiede interventi ulteriori e puntuali”. E’ il vicepresidente della commissione regionale Agricoltura Graziano Azzalin a sottolinearlo, a margine della consueta presentazione dei dati che si è tenuta questa mattina alla Corte Benedettina di di Legnaro.
“La produzione lorda agricola veneta – aggiunge Azzalin – attestandosi sui 5,7 miliardi di euro, rimane sostanzialmente stabile, mentre sono significative le flessioni dei prezzi per alcune produzioni cardine della nostra regione che si registrano nell’outlook: -13% il mais e -14 % la soia, che perdono anche quasi un quarto della propria resa, -7% il frumento, -12% il latte e addirittura -38% le pesche, un prodotto nostrano che, se non verrà ascoltato ‘allarme lanciato già quest’estate dai produttori, rischia di sparire dalle nostre tavole. Solo le colture orticole fanno registrare un andamento positivo, così come il vitivinicolo che non può però essere sempre il velo dietro al quale si nascondono gli altri problemi. Il calo del numero delle imprese agricole è come sempre dai due volti: da una parte segnala che il primario si sta strutturando in grandi aziende in grado di essere competitive, ma dall’altro vi è un progressivo abbandono delle campagne ed una sempre minor differenziazione di coltivazioni. Si tratta di nodi strutturali che vanno affrontati. Il Psr traccia delle buone linee guida, ma da solo non è sufficiente. Qualche segnale di attenzione deve venire con il prossimo bilancio regionale, che deve saper cogliere coerentemente queste indicazioni e agire principalmente con un adeguato sostegno alle linee di credito per favorire gli investimenti.