Rovigo 4 APRILE 2016- Il Partito Democratico, tramite l’alacre attività dei propri Circoli, si sta attrezzando per preparare candidature e programmi per le elezioni amministrative del prossimo giugno, che vedranno coinvolte la seconda città della provincia, Adria, ed altri 7 Comuni importanti.
Metteremo al centro delle nostre proposte il tema della qualità della vita per i cittadini, puntando su cultura, sociale ed ambiente, filoni di intervento amministrativo che spesso necessitano di risorse maggiori di quelle derivanti da una contribuzione specifica degli utenti e che inevitabilmente vanno integrate da una quota dei proventi derivanti dalla tassazione generale di competenza degli enti locali.
Più asili nido, più servizi sociali a domicilio o territoriali, più attività culturali, comunque gestiti con la massima efficienza operativa, anche se non si autofinanziano, contribuiscono ad aumentare la qualità della vita delle famiglie e a ravvivare un tessuto economico locale già messo a dura prova dalla crisi degli ultimi anni.
Pensiamo all’indotto economico per il commercio, l’artigianato, il turismo polesani, che potrebbe essere generato da una strutturazione, coordinamento e promozione efficienti di una rete delle bellezze naturalistiche, delle risorse artistiche, delle realtà museali della nostra Provincia; peccato che la “punta di diamante” di questa rete, il Parco del Delta del Po, sia da troppo tempo avvolto in una grigia e anonima gestione commissariale; auspichiamo che l’amministrazione regionale, tanto sensibile al tema dell’autonomia, lo pratichi nei fatti, ritornando ad attivare una gestione dei parchi regionali che coinvolga le comunità locali.
Colgo l’occasione per unirmi alla richiesta del PD arianese di iniziare intanto a riattivare la sede storica dell’Ente Parco, quella di Ariano nel Polesine, Comune che all’epoca dell’istituzione del Parco del Delta del Po dimostrò di credere più di tutti nelle potenzialità di un nuovo tipo di sviluppo del territorio inserendo nel perimetro del Parco non solo aree fluviali e specchi d’acqua ma interi centri abitati, come quelli di Santa Maria in Punta, San Basilio e Gorino-Bacucco. Quella arianese fu anche la prima comunità che, nel 1993-94, tramite una vasta mobilitazione popolare, si oppose alle trivelle e bloccò una richiesta di perforazione del sottosuolo per la ricerca di idrocarburi nella zona archeologica di San Basilio.
Il Segretario Provinciale – Julik Zanellato