Sanità, Azzalin: “L’investimento di 5 milioni spesi dalla Regione per realizzare cinque bunker per l’installazione di acceleratori lineari all’ospedale di Schiavonia, risponde ad esigenze di programmazione sanitaria o ad obblighi derivanti dalla finanza di progetto? E quale futuro ci sarà per la Radioterapia oncologica dell’Ospedale di Rovigo?
VENEZIA 4 novembre 2015 – “In questi giorni in cui il tema dei project financing ospedalieri è tornato di stretta attualità, sia per quanto riguarda quelli già realizzati che per quelli da realizzare, con il teatrino tutto padovano di un ospedale che anche senza sapere dove e come si vuole già mettere in mano ai privati, è bene tenere alta la guardia e, per questo, ho presentato un’interrogazione per avere chiarezza su un importante investimento che la Regione ha fatto sull’Ospedale Madre Teresa di Calcutta di Schiavonia”. E’ il consigliere regionale del Pd Graziano Azzalin a rimarcare la presentazione dell’atto ispettivo con il quale chiede conto al presidente Luca Zaia della spesa 5 milioni di euro per la realizzazione di quattro bunker per l’installazione di altrettanti acceleratori lineari nella struttura di Monselice.
“Due sono le questioni – spiega Azzalin – la prima riguarda, appunto, il tema specifico dei project. Considerando che nel febbraio del 2014 era lo stesso Zaia a sottolineare che questi sono ‘uno strumento efficace se riusciamo a governarlo, ma se permettiamo che sia lui a governarci, andremo in default in tutti i settori in cui lo applichiamo, a cominciare dal comparto della sanità’. Ecco, l’investimento a Schiavonia risponde ad esigenze di programmazione sanitaria o ad obblighi derivanti dalla finanza di progetto? In entrambi i casi si pone una seconda domanda, guardando agli equilibri regionali ed a quanto messo nero su bianco con il Piano socio-sanitario: quale sarà il futuro della Uoc di Radioterapia Oncologica dell’Ulss 18 di Rovigo? Con i nuovi acceleratori lineari la dotazione per il vicino territorio padovano raggiungerebbe una media di 8,5 per milione di abitanti, superiore alla media nazionale (6 acceleratori lineari per milione di abitanti) ed agli standard europei (7-8 acceleratori per milione di abitanti). Già in Veneto sono sono attivi 9 centri di Radioterapia oncologica: 7 del servizio sanitario regionale (Belluno, Treviso, Mestre-Venezia, Padova, Rovigo, Legnago, Verona e Vicenza) e 2 privati convenzionati (Abano Terme e Negrar).
Il timore è che, con l’incombente realizzazione di un’ulteriore mega struttura in project financing a Padova costruendo una nuova gabbia contrattuale che vincolerà le scelte del sistema regionale ai contratti con i privati, con la messa in funzione di 4 acceleratori lineari di recente installazione all’Ospedale di Schiavonia, si possa accantonare il rinnovamento tecnologico della Radioterapia oncologica rodigina, con mobilità del personale dedicato. Il tutto a detrimento del rispetto dei parametri indicati dal Piano che prevedono che l’Ospedale di Rovigo Santa Maria della Misericordia mantenga le caratteristiche di centro hub”.