ROMA 8 MARZO 2016 – “L’emendamento del M5S per cancellare la parità di genere dai princìpi per la stesura del bilancio Ue è semplicemente inquietante”.
Così la Vice Presidente del Senato Valeria Fedeli commenta l’emendamento che gli europarlamentari del Movimento 5 Stelle Marco Valli e Marco Zanni hanno presentato alle Linee guida per il bilancio dell’Unione Europea 2017.
“La parità di genere – dichiara Valeria Fedeli – è un princìpio cardine di tutte le democrazie avanzate e dell’Unione europea, che infatti al paragrafo 17 delle Linee guida per il bilancio ricorda che il gender mainstreaming deve sostenere le politiche dell’Unione come princìpio orizzontale. La richiesta di cancellazione di questo paragrafo, non a caso avanzata anche da una parlamentare a Bruxelles del partito razzista e antieuropeista Front National, pone davanti a un problema serio, che va oltre la pura provocazione: c’é ancora chi fa fatica a comprendere il valore del principio della parità di genere, che se perseguito nelle attività pubbliche a tutti i livelli, come proposto nelle Linee guida dell’Ue, è un fattore di eliminazione delle discriminazioni e di arricchimento della democrazia e delle potenzialità di sviluppo dell’intera società”.
“Mi auguro – conclude Valeria Fedeli – che la stragrande maggioranza delle donne e degli uomini dell’Europarlamento non prendano neanche in considerazione questa richiesta, guardando alla parità come valore positivo e come necessità che ci riguarda tutti: il concetto di mainstreaming di genere, formalizzato per la prima volta ventuno anni fa con la conferenza di Pechino, ha avviato un circolo virtuoso di portata planetaria, orientando le scelte legislative e programmatiche in tutti i settori verso la parità e la non discriminazione, ora non possiamo permettere a nessuno di metterne in discussione il grande valore politico e culturale, sarebbe un passo indietro molto pericoloso”.
“Ormai i confini nazionali non sono più sufficienti per i 5stelle, iniziano a far danni anche in Europa. Lo dimostra la proposta degli eurodeputati Zanni e Valli che hanno presentato un emendamento alle Linee guida per il Bilancio de’Unione Europea 2017 per la cancellazione della mozione (gender mainstreaming) che ribadisce l’importanza della parit à di genere quando si andrà a redigere il bilancio comunitario. E’ inutile sottolineare la gravità di questa posizione che, sarà un caso ma siamo conviti di no, si affianca a quella dell’eurodeputata Sophie Montel, parlamentare a Bruxelles per il Front National, il partito estremista della destra francese, vicina a Marin Le Pen. Posizioni che la dicono lunga su quali assi politici si posizionano i pentastellati. Quello che è certo è che su questa strada troveranno la nostra opposizione”. Lo scrive in una nota la senatrice Pina Maturani, vicepresidente del gruppo PD.
“Da grillini a gamberi. Altro che passi in avanti, qui la retromarcia è clamorosa. i cinque stelle vogliono cancellare anni di lotte e bocciare la parità di genere dai principi per la stesura del bilancio europeo del 2017.” Commenta così Pina Picierno, europarlamentare Pd e membro della commissione bilancio l’emendamento presentato dai grillini Zanni e Valli.
“È questa la rivoluzione tanto annunciata? Un ritorno al medioevo politico?
Mi chiedo cosa pensano di questo atto le colleghe pentastellate. Mi chiedo se davvero anche loro vogliono abbracciare un provvedimento antistorico di tale portata o se credono sia più giusto mettere le donne in condizione di parità ai nastri di partenza rispetto ai colleghi uomini.
La parità di genere non va confusa con le quote rose. Qua stiamo soltanto sottolineando l’importanza di estendere le stesse condizioni di partenza anche alle donne che vogliono fare politica. E se il gentil sesso turba i sonni della Casaleggio associati ci dispiace per loro. Noi esistiamo, lottiamo, continuiamo a far politica e col nostro lavoro continueremo a farci valere e a far cambiare in meglio la politica europea e italiana”.
“In arrivo un’altra follia del M5s. Come denuncia l’Huffington post, due eurodeputati grillini hanno presentato un emendamento per cancellare la parità di genere dai principi per la stesura del Bilancio dell’Ue per il 2017. Sono in buona compagnia: analogo progetto è stato avanzato da una parlamentare del Front National. In questi giorni, è il caso di dirlo, emerge la vera anima del M5s. Dopo le posizioni ondivaghe sulle unioni civili e il decalogo con cui Casaleggio ha di fatto commissariato il Movimento a Roma, con tanto di multa da 150 mila euro, arriva anche l’attacco alla parità uomo-donna e alle relative politiche. Altro che cambiamento, con Grillo avanza la destra becera e antidemocratica. Credo che i sostenitori e gli elettori sapranno scegliere”. Lo dice la senatrice del Pd Maria Spilabotte, vicepresidente della Commissione Lavoro.
Per l’europarlamentare Daniele Viotti, “non è bastato il dietrofront del Movimento 5 Stelle in Italia – continua il parlamentare europeo Daniele Viotti, membro della Commissione Bilanci e copresidente dell’Intergruppo LGBTI – anche in Europa sul tema dei diritti si procede a singhiozzo.
La mano sinistra non sa quello che fa quella destra: affermano sostegno ai diritti e, nel frattempo, vogliono cancellare la parità di genere dal bilancio UE 2017”.
In questi giorni sono stati presentati da tutti i gruppi del Parlamento europeo oltre 200 emendamenti al documento “Linee guida al bilancio 2017”, testo politico molto importante per la definizione dei fondi. Due membri della Commissione Bilanci del Movimento 5 Stelle hanno previsto un emendamento che cancella il paragrafo inserito dal relatore socialista del bilancio Jens Geier sulla parità di genere.
“Il paragrafo che hanno chiesto di cancellare – continua Viotti – chiede sostanzialmente che la Commissione metta in pratica il principio del gender mainstreaming nella preparazione del bilancio 2017. In pratica, quello che si vuole eliminare è l’attenzione alle diverse implicazioni per uomini e donne per ogni azione politica prevista. Lo stesso emendamento è stato presentato dal Front National, lo spostamento a destra è sempre più evidente”.
Sui diritti nei giorni scorsi Viotti ha denunciato sui social un altro episodio che vede coinvolti gli europarlamentari pentastellati. Ha deciso di raccontare la storia dopo che Grillo ha dato libertà di coscienza sul voto del Cirinnà.
“Qualche settimana fa – scrive Viotti – in vista dell’approdo in aula del ddl Cirinnà, ho chiesto a un collega di scrivere insieme una lettera ai senatori PD e M5S per incoraggiarli a tenere duro e a superare le polemiche quotidiane. Insomma una iniziativa bipartisan senza pubblicità fatta per far sentire il nostro sostegno ai colleghi di Roma. Il collega, che dovrebbe occuparsi con me di diritti LGBTI al PE, dopo qualche riflessione ha rinunciato. Perché non poteva fare niente con il PD (i suoi non lo avrebbero accettato) e perché i problemi li ha il PD, non loro. E’ Renzi che, secondo lui, non vuole la legge, Grillo invece è stato chiaro dicendo di votarla.
Ho insistito più volte ma non c’è stato verso, per lui i 5Stelle avrebbero votato compatti la legge. Non avevo raccontato questa storia per non mettere a rischio la legge che aspettiamo, ma ci ha pensato qualcun altro e non posso più tacere”.