La riforma della Buona scuola approvata il 13 luglio scorso non introduce l’insegnamento di alcuna teoria genere. Nell’articolo 1 comma 16 preso di mira da alcune associazioni e dai partiti della destra conservatrice non vi è alcun riferimento a tale teoria.
Al contrario, la riforma ha ridisegnato l’offerta formativa nel suo complesso, per elevare i livelli di istruzione in un contesto scolastico capace di facilitare l’apprendimento. Nel piano triennale dell’offerta formativa saranno disponibili più insegnanti per inglese, musica e ginnastica, mentre sarà potenziato l’insegnamento di arte, diritto ed economia. Maggiore attenzione sarà data ai corretti stili di vita, all’educazione ambientale e alle competenze digitali degli studenti. Il Piano inoltre deve assicurare l’attuazione dei principi di pari opportunità, peraltro di previsione costituzionale, promuovendo l’educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni, al fine di informare e di sensibilizzare gli studenti, i docenti e i genitori sulle tematiche indicate dalla legge contro il femminicidio. Questi obiettivi possono essere raggiunti anche grazie al rafforzamento dei laboratori, a classi meno numerose, a un piano nazionale per la scuola digitale e a un piano di messa in sicurezza degli edifici scolastici e per l’edilizia scolastica.
Inoltre, la riforma agevola l’insegnamento e fornisce strumenti di lavoro nuovi ai docenti. Per la prima volta, dopo il taglio di 90 mila unità operato dal governo Berlusconi ad opera del ministro Gelmini, con la riforma sono in corso di assunzione 100 mila nuovi insegnanti. A dicembre si terrà inoltre un nuovo concorso per assumere altri insegnanti valorizzando le esperienze già maturate. I docenti seguiranno un percorso di formazione strutturale permanente. Ogni docente è inoltre incentivato all’aggiornamento professionale con un bonus annuo personale di 500 euro. Infine, il merito e la capacità dei docenti sarà premiato.
In conclusione, ridurre la riforma della scuola e tutto il dibattito pubblico alla sola prevenzione delle discriminazioni, per quanto importante è certamente un grossolano errore.
Il Segretario Regionale PD
Roger De Menech