ROMA 19/07/2017 – Il parlamentare polesano Diego Crivellari interviene dopo le dichiarazione dell’assessore del Comune di Adria.
Ha ragione l’assessore ai servizi demografici di Adria quando sostiene che i cittadini debbano sempre essere adeguatamente informati, ma – aggiungiamo noi – l’informazione che proviene dai livelli istituzionali dovrebbe essere quantomeno corretta e completa. Siamo perciò costretti a precisare che l’obbligatorietà dell’iscrizione all’anagrafe dei richiedenti asilo prevista dal recente decreto Minniti (Dl n.13/2017 “Disposizioni urgenti per l’accelerazione dei procedimenti in materia di protezione internazionale, nonché per il contrasto dell’immigrazione illegale”) – e specificata da una circolare del Ministero degli interni dei giorni scorsi – non prevede alcuna penalizzazione per i ‘cittadini italiani’, perché di per sé non dà automaticamente diritto all’assistenza sociale o alle case popolari come viene erroneamente asserito.
L’articolo 8 del Dl 13/2017 prevede che i migranti ospitati nei centri di prima accoglienza o nel circuito Sprar siano iscritti all’anagrafe della popolazione residente applicando l’istituto della “convivenza anagrafica” come definita dall’art. 5 del DPR 223/1989. È inoltre previsto l’obbligo del responsabile della convivenza di comunicare entro 20 giorni al competente ufficio anagrafe la variazione della convivenza. In definitiva, l’obiettivo è quello di rendere più efficienti le procedure di identificazione dei richiedenti asilo, contrastare l’illegalità e garantire maggiore sicurezza dentro e fuori i centri, nello spirito del decreto. Lo stesso art. 8 del decreto Minniti norma la partecipazione su base volontaria dei richiedenti asilo ad attività di utilità sociale in favore delle collettività locali.
Così il parlamentare del Partito Democratico Diego Crivellari.