l segretario del Pd interviene sulla vicenda della fusione fra Ecoambiente e Consorzio Rsu stoppata dal nuovo sindaco del capoluogo: “Una decisione ‘Rovigocentrica’, presa senza confrontarsi con tutti i sindaci, incomprensibile l’appiattimento dell’assessore Simoni”, dice guardando ad Adria. Poi aggiunge che “la bonifica ed il riutilizzo della vecchia discarica di Taglietto 1, non rinviabili sul piano ambientale ed in linea con la programmazione regionale, sono la foglia di fico per nascondere altri interessi”
Rovigo 20 giugno – Da ex direttore di una partecipata come Sodea, che nel 2013 è stata incorporata con fusione da Polesine Acque, debiti compresi, proprio come dovrebbe avvenire per Consorzio Rsu ed Ecoambiente, Julik Zanellato, attualmente segretario del Pd, parla con cognizione di causa ed interviene per criticare con durezza la scelta del nuovo primo cittadino di Rovigo di chiedere lo stop al “matrimonio”.
“Il telegramma di questi giorni – spiega in una nota – inviato dal sindaco di Rovigo Bergamin al Consorzio Rsu e ad Ecoambiente, per sospendere il percorso di fusione fra le due realtà societarie, è senz’altro un ‘gesto teatrale’, di quelli che piacciono al grillino Ivaldo Vernelli, grande estimatore del neosindaco leghista. La teatralità, probabilmente ispirata da un’esigenza di visibilità politica, ha fatto a pugni con il rispetto delle istituzioni, mortificando il ruolo dei sindaci degli altri 49 Comuni polesani, che già nelle scorse settimane avevano responsabilmente deciso di attendere l’elezione del nuovo sindaco di Rovigo per rinnovare i cda in scadenza di Ecoambiente e Consorzio Rsu”.
Secondo il segretario del Pd, “Bergamin, in qualità di presidente dell’assemblea dei soci del Consorzio Rsu,avrebbe infatti potuto indire una riunione con gli altri sindaci per approfondire la tematica dell’integrazione fra il ramo ‘industriale’ del Consorzio (proprietario degli impianti del ciclo dei rifiuti polesano) ed Ecoambiente, gestore del servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti, necessaria per pervenire ad una nuova compagine societaria che sia in grado di gestire tutto il ciclo dei rifiuti, come richiesto dalla legge”.
Forse, aggiunge ancora Zanellato, “se avesse chiesto consiglio al sindaco di Stienta Corazzari, commissario provinciale della Lega Nord, Bergamin si sarebbe anche reso conto della generale condivisione fra i sindaci polesani sui percorsi avviati, che in tempi brevi dovranno portare pure alla nascita della nuova autorità d’ambito in materia di rifiuti, il cosiddetto Consiglio di Bacino”.
L’accusa che arriva dal segretario del Pd è, dunque quella di aver agito senza aver consultato tutti gli altri sindaci. In realtà, l’uscita polemica di Bergamin era stata dettata, proprio per esplicita dichiarazione del sindaco rodigino, da operazioni che erano state compiute proprio pochi giorni prima che il capoluogo avesse il suo nuovo primo cittadino.
“Temo che dietro al ‘gesto teatrale’ di Bergamin – è invece la lettura che ne dà Zanellato – ci sia una volontà politica ‘Rovigocentrica’ o peggio ancora isolazionistica, tesa a contrastare qualsiasi ipotesi di riequilibrio dell’assetto societario di Ecoambiente, che per effetto dell’incorporazione del ramo ‘industriale’ del Consorzio Rsu vedrebbe sicuramente ridimensionato il peso del capoluogo a vantaggio degli altri Comuni della provincia”.
Ecco, allora, che Zanellato da adriese guarda anche “in casa” dove, non a caso, il prossimo anno si terranno le elezioni per il rinnovo dell’amministrazione e non è da escludere che l’attuale segretario del Pd abbia fatto un pensierino a correre come sindaco. Secondo alcune letture maliziose sarebbe proprio questo il motivo per cui ha spinto Gino Spinello ad immolarsi sull’altare delle elezioni regionali: vincente o perdente, gli avrebbe in ogni caso lasciato il campo libero nella città etrusca.
Detto della mossa a suo avviso “Rovigocentrica” del sindaco di Rovigo, Zanellato spiega che in questa ottica “appare incomprensibile l’appiattimento dell’assessore adriese Simoni sulla posizione di Bergamin, anche se in effetti gli attuali amministratori del Comune di Adria non si sono mai distinti in questi anni per la capacità politica di esprimere proposte autonome ed autorevoli in grado di far riconquistare alla seconda città della provincia il ruolo che meriterebbe”.
“Il dato vero – rimarca Zanellato tirando in ballo senza citarlo direttamente l’ex assessore Matteo Zangrolami – è che all’interno del centrodestra polesano, che tre anni fa si vantava di aver asfaltato i rappresentanti del centrosinistra nell’ambito della gestione del ciclo dei rifiuti, da troppi mesi si sta consumando uno scontro di potere feroce che ha di fatto ingessato una società importante come Ecoambiente, con pesanti ricadute negative sull’efficienza dei servizi erogati ai Comuni e ai cittadini; la stessa difficile posizione finanziaria della società è causata da uno scollamento non più sopportabile fra il management di Ecoambiente e la maggior parte dei sindaci dei 50 Comuni polesani”.
Per Zanellato, “la bonifica ed il riutilizzo della vecchia discarica di Taglietto 1, non rinviabili sul piano ambientale ed in linea con la programmazione regionale (deliberata da Zaia)”, sono dunque a suo avviso imprescindibili, anche se a ben guardare bonifica ed ampliamento siano due piani diversi e non inscindibili come i vertici del Consorzio Rsu vanno dicendo, tanto che inizialmente il progetto non prevedeva una tale volumetria da destinare ai nuovi rifiuti. Ormai, tuttavia, non ci sarebbero alternative.
“Siccome però prima o dopo tutti i nodi vengono al pettine – spiega infatti Zanellato – non possiamo sempre attenderci che siano gli altri a toglierci le castagne dal fuoco: Zaia e la Regione non potranno concederci per molto altro tempo l’autorizzazione a portare i nostri rifiuti alla discarica di Sant’Urbano derogando dalla necessità di pretrattarli, così come prima di arrivare a riciclare i rifiuti in maniera integrale dovremo continuare ancora per qualche anno ad utilizzare siti di smaltimento in totale sicurezza ambientale, come la Taglietto 1 bonificata di Villadose”.
La battaglia contro la discarica è, dunque, a detta del segretario Pd “la classica ‘foglia di fico’, dietro la quale Bergamin, Avezzù e Simoni vorrebbero nascondere l’incapacità di decidere di un centrodestra locale più interessato alle poltrone che a dare risposte serie e praticabili alle esigenze della comunità”.
“Al Polesine – conclude Julik Zanellato – conviene attuare la programmazione regionale sulla gestione dei rifiuti solidi urbani, chiedendo contestualmente a Zaia e alla Regione il definitivo blocco della realizzazione della discarica per amianto di Bergantino e l’impegno a non permettere la collocazione nel nostro territorio di qualsiasi altro impianto per trattamento di rifiuti pericolosi”.