Venezia, 7 ottobre 2016 – “Di Zaia non ci fidavamo prima e, a maggior ragione, non ci fidiamo assolutamente oggi. Aveva promesso sette Ulss per ridurre i costi e poi, per logiche ed equilibri di potere interni alla Lega, ha scelto di passare a nove, senza che ci fossero spiegati i veri motivi. Il presidente si è dunque rimangiato la parola e non vorremmo facesse altrettanto con i servizi socio sanitari, che ha assicurato di non voler tagliare”. Il consigliere polesano del Partito Democratico Graziano Azzalin commenta negativamente l’approvazione in aula dell’emendamento 1314 all’articolo 12, che ha portato all’accorpamento delle Ulss e che di fatto mette in discesa la strada per il Pdl 23.
“Quella sanitaria è una riforma imposta alla minoranza, che ha cercato fino all’ultimo un terreno condiviso, come era accaduto per la parte relativa all’Azienda Zero – continua Azzalin – Zaia però di fronte al fuoco incrociato di capi e capetti della Lega ha preferito nascondersi. È stata una brutta pagina e un’occasione persa per puntare davvero su efficienza e risparmio. Visto che è una riforma che riguarda essenzialmente gli uffici, perché Zaia non è venuto in Consiglio a dirci come mai le Ulss saranno nove anziché una per provincia? Lo sa qual è il costo di due direzioni generali? A chi doveva un favore così enorme? Sia però ben chiara una cosa: i minori risparmi non potranno essere fatti pagare ai territori. Con questa riforma si corre il rischio di creare una sanità di serie A e un’altra di serie B, ma il Polesine ha già dato abbastanza: Rovigo deve mantenere il ruolo di hub e tutti gli altri ospedali quello di spoke. Non accetteremo ulteriori penalizzazioni”.
Il Consigliere Regionale Graziano Azzalin